L’aviazione americana da’ la caccia ai dischi volanti

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Philip J.Fry
view post Posted on 28/5/2010, 06:34




L’articolo che vi proponiamo è la trascrizione fedele che apparve sul periodico “Tempo” numero 28, del 5 luglio 1952. Il periodico all’epoca ebbe l’esclusiva a pubblicarlo dal periodico statunitense “Look”. Il CUT (Centro Ufologico Taranto), grazie alla “fortuna” avuta da Antonio De Comite (Direttore Generale), che ha trovato questa rivista ad un mercatino delle pulci a Matera, pubblica questo straordinario articolo dell’epoca, con le ipotesi, le certezze e le paure di quel periodo. Le immagini, che fanno da corollario all’articolo, sono state scannerizzate dalla rivista, che visto gli oltre 50 anni passati, non è in ottime condizioni. Buona lettura.
immagine del periodico TEMPO
Negli ultimi cinque anni di dischi volanti ne sono stati visti, ma non ne è mai stato catturato uno. Ciò ha creato confusione nelle idee ma anche un diffuso senso di disagio nell’opinione pubblica americana. Qualcuno ne è persino atterrito. E’ logico dunque che le Forze Aeree, alle quali spetta la difesa del cielo degli Stati Uniti, e che per alemno due anni hanno ignorato l’argomento, stiano allestendo una vera e propria caccia ai dischi, controllando, innanzi tutto, a una a una, le ipotesi che finora sono state avanzate. I comandi e i centri di studio dell’Aeronautica hanno iniziato in questi giorni esperimenti per verificare la nuova teoria radicale del prof. Menzel dell’Universià di Harvard. Questi, come è noto (ne hanno diffusamente parlato le riviste Time e Look), sostiene che si tratti, nella maggior parte dei casi, di illusioni ottiche. Partendo dalla constatazione che quasi tutte le osservazioni più importanti erano state fatte in territori desertici. Menzel si richiamò al fenomeno ben conosciuto come “inversione della temperatura”. Si tratta di una manifestazione assai semplice: normalmente l’aria diventa più fredda via via che si sale dalla superficie della terra ma talvolta accade il contrario, accade cioè, particolarmente nel deserto e di notte, che uno strato di aria calda che si comporta come una lente – lente imperfetta, sicchè l’immagine che si trasmette è falsata, irreale. – Ecco dunque ciò che si chiama comunemente “miraggio”, ma a rovescio. Quando infatti la lente d’aria è vicina alla terra abbiamo il miraggio diurno: lo strato concavo verso l’alto, riflette il cielo, che apparirà come un lago al viaggiatore assetat; quando invece la lente è sospesa in alto, concava verso il basso, per effetto appunto dell’ “inversione della temperatura”, i raggi di luce si curvano in direzione inversa, procedendo lungo la superficie della terra. In tal modo, per esempio, le luci lontane della città possono apparire a grandissima distanza alte nel cielo notturno. Se l’atmosfera poi è instabile, queste luci fluttuano, dando l’impressione di muoversi a grande velocità con sbavature che diventano scie luminose. Se infine la sorgente di luce è una linea di lampade di una strada, ecco la “formazione” di dischi in volo. Il prof. Menzel arricchisce naturalmente questa sua teoria di tutte le ipotesi possibili, che qui non abbiamo spazio di esaminare. Egli spiega per esempio con “inversioni” diurne le apparizioni di dischi in pieno giorno, talvolt provocate da strati di nebbia condensata dall’alta temperatura dell’atmosfera, talvolta da “bolle d’aria” fredda: in questo caso, la bolla forma una specie di lente a molti ingrandimenti, che proietta intorno a sè altrettanti immagini, come il riflesso del sole sui frantumi di uno specchio. Il Menzel, per dimostrare la sua teoria, ha ricostruito in laboratorio tali fenomeni mediante un vaso cilindrico riempito per metà di benzolo, nel quale galleggia uno strato di acetone: il primo ha le qualità ottiche dell’aria fredda e il secondo quelle dell’aria calda. Quando poi ai globi di fuoco verde, non spiegabili con la teoria del miraggio, Menzel si richiama alla ipotesi del suo collega di Harvard,Fred Whipple, secondo il quale potrebbe trattarsi di meteore costituite prevalentemente di magnesio incandescente. La spiegazione del prof. Menzel è stata considerata come una delle più interessanti spiegazioni dei piatti volanti che sia stata finora fornita. Sui fenomeni aerei comunemente conosciuti come piatti volanti la rivista Look ha ora interrogato il gen. Hoyt S. Vanderberger. Capo di S.M. dell’Aeronautica, ricevendone dichiarazioni che rappresentano la prima pubblica trattazione dell’argomento da parte di una alta autorità militare. Egli ha detto: “Le Forze Aeree sono interessate a qualunque cosa si trovi nell’aria. Ciò comprende i fenomeni aerei comunemente conosciuti come piatti volanti. Molti di questi casi sono stati chiariti in modo soddisfacente. Altri non ancora. Non possiamo permetterci di starcene tranquilli data l’inquietudine mondiale“.
con raggi di luce fabbrica dischi volanti

OTTOCENTO AVVISTAMENTI

L’Aeronautica ha raccolto i dati di oltre ottocento avvistamenti di dischi volanti, e i rapporti continuano ad affluire dall’Alaska, da Terranova e dalle località dove sorgono impianti atomici vitali. Per dare una risposta all’enigma sono stati mobilitati i detective dell’Aeronautica, quegli ufficiali, cioè del Comando Informazioni Tecniche Aeree (A.T.I.C.), che lavorano dietro uno scudo di piani segreti e di documenti classificati con cura dalla base aerea rigorosamente sorvegliata di Wright-Patterson, all’esterno di Dayton, nello Stato dell’Ohio. Un alto ufficiale del Servizio Informazioni ha dichiarato: “Il nostro compito è di scoprire qualunque ordigno possa esser usato contro gli Stati Uniti. Nel futuro si potrebbe dimostrare che un ordigno che secondo le apparenze era una meteora è invece un perfetto razzo“. I resoconti di avvistamenti non possono mai fornire al Servizio Informazioni dati accurati su velocità, altitudine, ampiezza e composizione degli oggetti avvistati. Per ottenerli è stato proprio ora redatto un piano metodico e scientifico di grande ampiezza. Esso comprende l’impiego dei seguenti mezzi:

1) Sotto la direzione della A.T.I.C., un fisico dell’Università di California sta mettendo a punto e sperimentando a Los Angeles un apparecchio speciale da presa per fotografare i piatti volanti. Elemento base di questo nuovo apparecchio è un cristallo rigato da gran numero di sottili linee che, posto sopra l’obiettivo, diffrange l’immagino in segmenti luminosi. Dall’esame di questi, gli scienziati possono risalire a determinare la natura del corpo. Se il piatto è disco incandescente, il dispositivo potrà rivelare di che materia esso è fatto. Se la luce che emana gli proviene da carburante o da un riflesso, il dispositivo identificherà la sorgente della luce. Con questo mezzo si controllerà anche la teoria del prof. Menzel. La prima delle nuove macchine da presa sarà collocata nella zona sud-occidentale degli Stati Uniti, che ha registrato un forte numero di apparizioni di piatti. Duecento macchine fotografiche saranno costruite e distribuite alle guardie degli impianti atomici, agli operatori delle torri delle basi aeree e agli addetti radar.

2) Per la caccia ai piatti volanti sono stati adattati anche i “cine-teodoliti”, strumenti per i missili guidati. Il personale delle basi di lancio potrà precisare la esatta dislocazione dei piatti volanti e l’orbita descritta, potranno infine fotografarli con gli apparecchi da presa collocati nei teodoliti. Mezzi e personale di determinate stazioni per missili guidati sono già stati posti in stato di allarme. Con i teodoliti si è tentato di seguire la pista dei piatti almeno tre volte nell’estate 1950, alla base aerea di Holloman nel Nuovo Messico. Una squadra che si dedicava alla soluzione di un problema relativo alla guida dei missili, vide l’apparizione improvvisa di un oggetto ignoto; lo seguì, ma non potè fissarne l’immagine perchè nessun strumento di rilevazione era in quel momento in azione. Quattro settimane dopo, due equipaggi addetti alla base di ricerca afferrarono un’immagine, ma la verifica provò che ognuno aveva seguito un oggetto diverso: almeno otto oggetti sconosciuti si trovarono in aria nello stesso momento. Furono prese fotografie, ma non furono pubblicate.

3) L’Arma Aerea spera di utilizzare su larga scala, per la caccia ai dischi volanti il radar. Il radar ha registrato corpi estranei nei cieli di alcune basi e impianti come Oak Ridge, nel Tennessee, e Goose Bay nel Labrador. Non si può tuttavia affermare con sicurezza se questi rilevamenti siano da attribuire a corpi in volo oppure a disturbi atmosferici o anche a cattivo funzionamento degli impianti.

4) Saranno usati “ecometri” della Marina modificati. L’assenza di qualsiasi rilevamento di rumore è una caratteristica della maggior parte dei rapporti su apparizioni di piatti volanti (tutti i mezzi aerei conosciuti possono essere uditi, anche quando non è possibile vederli data la loro distanza). Questa strana caratteristica ha indotto un ufficiale informatore a prospettare che “può darsi che qualcuno abbia scoperto un nuovo tipo di propulsione“.

Ogni risultato che sia ottenuto con apparecchi da presa elettronici e meccanici, da teodoliti e aerofoni, l’Arma Aerea lo sottoporrà a uno speciale comitato di duecento tra scienziati e tecnici costituito presso un istituto di ricerche del Medio Ovest che già procede a una serie di studi segreti. Ufficiali dell’Arma Aerea vigilavano su questi fenomeni aerei assai prima che essi diventassero oggetto di notizie e commenti di stampa. Già durante la seconda guerra mondiale, si ebbe notizia di oggetti misteriosi segnalati sopra le basi germaniche di telearmi. I piatti volanti sbocciarono nel giugno 1947, quando Kenneth Arnold di Boise, nell’Idaho, raccontò di averne visti nove mentre pilotava il suo apparecchio privato sul monte Rainer, nello Stato di Washington. Ma anche quindici giorni prima di quel sensazionale avvenimento, erano stati visti piatti volanti (allora chiamati “palloni d’argento” su talune zone dell’Ungheria. Quando i dischi volanti, dopo il rapporto di Arnold, minacciarono di provocare un panico nazionale, l’Aeronautica cominciò a interessarsene e fu preparato il “Progetto Grudge” (sulle prime conosciuto come “Progetto Sign”), uno speciale progetto segretissimo per l’attuazione del quale erano stanziati 34 mila dollari e grazie al quale, per due anni, sono state raccolte e analizzate informazioni di tutto il mondo. Molta emozione suscitò, il 7 gennaio 1948, la morte del capitano Thomas F. Mantell jr. rimasto ucciso mentre col suo “P-51″ nel cielo di Godman Filed (Kentuchy) si avventava alla caccia di un oggetto sconosciuto. Nell’agosto 1949, le Forze Aeree decisero di tirare le somma del “Progetto Grudge”. I dati di 375 avvistamenti furono annotati in un rapporto che asseriva che i piatti volanti non esistono e attribuiva gli avvistamenti a “errata interpretazione” di vari oggetti convenzionali, a isterismo collettivo, psicosi bellica, illusioni, vertigini, abilità pubblicitaria e casi psicopatologici. Tuttavia per 34 casi, disse il rapporto, si era trattato di “buone segnalazioni che non potevano avere una spiegazione“. Il “Progetto Grudge” fu mandato in soffitta, malgrado che alcuni scienziati consultati raccomandassero di continuare nelle ricerche. Quando, l’ottobre scorso, due informatori di un reparto speciale del “Comando Informazioni Tecniche dell’Aeronautica”, divulgarono di aver riunito quasi ottocento rapporti nei loro schedari, più del doppio cioè del numero delle osservazioni registrate nel 1949 l’interesse della investigazione si riaccese ed ora ha raggiunto le più alte sfere del Pentagono.

IDEE CHE SEMBRANO PAZZE

Il “Progetto Grudge” – che dal 25 marzo di quest’anno ha cambiato il nome in “Progetto del Libro Azzurro” – è stato affidato al tenente Edward J. Ruppelt di Ames, nello Iowa, pilota in guerra di un bombardiere “B-29″, decorato di due “Distinguished Flying Cross” con trentatre missioni di combattimento e un diploma in ingnegneria aeronautica dello Iowa State College. Il personale addetto al nuovo Piano si è messo subito allo studio degli ottocento avvistamenti avvenuti in cinque anni. Si sa che il 18,03 per cento dei rapporti proviene in generale da personale militare, l’11,02 per cento da piloti dell’Arma aerea in missione di volo. Con sorpresa si è rilevato che civili senza speciale istruzione sono responsabili soltanto del 57,08 per cento dei rapporti. Un colonnello del Servizio Informazioni ha detto: “Questi rapporti vengono da gente sincera. Non si tratta di pazzi nè di imbroglioni. Essi hanno visto qualche cosa; dobbiamo scoprire di che si tratta“. L’analisi degli ottocento avvistamenti descritti in 16 mila cartelle è fatta tenendo conto della frequenza degli avvistamenti, della qualità degli informatori e della forma segnalata. L’Aeronautica ha appreso che il 23,54 per cento dei rapporti parla di forme a disco o sfera, l’8,25 per cento di forme a sigaro o razzo, il 2,55 per cento di ali volanti, e lo 0,6 di gruppi di luci. E’ stato anche rilevato che il 38 per cento delle osservazioni può essere classificato come di corpi astronomici, il 13 per cento di palloni, il 10 per cento come troppo nebuloso per essere valutato, il 22 per cento di uccelli, aerei, ecc., solo il due per cento come mistificazione e invece il 15 per cento come di fenomeni “non spiegati”. E’ appunto questo quindici per cento che imbarazza l’Aeronautica. Utili rapporti continuano ad arrivare alla media di dieci al mese; il numero delle segnalazioni di piatti volanti accettate all’ “A.T.I.C.” è di tre volte maggiore. Un alto ufficiale informatore sostiene: “Ci occorrono tutte le notizie possibili. Terremo in considerazione anche le idee più pazze. Qualcuno può scoprire qualche cosa importante“. E il gen. Vanderberg ha aggiunto: “L’Arma aerea apprezza grandemente lo sforzo di parecchie persone sincere e patriottiche che hanno offetto la loro collaborazione”. Sulla scorta di 63 rapporti provenienti da piloti, da osservatori di navi, da un colonnello dell’aeronautica, da scienziati civili, da ufficiali osservatori e informatori, nessuna catalogabile con una certa sicurezza, il ten. Ruppelt appuntò in corrispondenza delle varie località altrettanti spilli su una carta geografica: un rappresentante del Pentagono che la esaminò rilevò che gli spilli ricoprivano esattamente l’area dove sorgono gli impianti atomici.
MAPPA UFO
L’uomo del Pentagono riferì la cosa concitatamente al suo Quartier Generale, e fu subito convocata una conferenza a Washington. Il Servizio Informazioni ha comunicato al Pentagono che non c’è alcuna prova che i piatti volanti possano essere un mezzo di spionaggio o una minaccia per il programma atomico degli Stai Uniti. Ma il timore resiste ancora nella mente di personaggi responsabili. Un ufficiale informatore, ha detto: “Potrebbe essere la ricognizione russa, ma perchè dovrebbero rischiare un ordigno del genere per vedere gli impianti atomici? Se potessimo volare 5000 piedi al di sopra delle installazioni atomiche russe e osservare la forma, l’ampiezza e il posto della loro costruzione, potremmo dire che cosa succede là dentro. La cosa buffa è che quasi tutte le informazioni sul nostro lavoro atomico sono state rese pubbliche. I russi non hanno bisogno di volare sui nostri impianti di bombe A.”. L’Aeronautica ha abbandonato la facile idea che tutto sia causato da isterismo collettivo. E’ stato infatti disposto che il Quartiere Generale dell’ “A.T.I.C.” riceva immediatamente notizia di ogni nuovo avvistamento. Se precedenti rapporti ne suggeriscono l’utilità, si provvede anche a inviare investigatori particolarmente allenati, sul posto delle segnalazioni. Nelle ultime settimane ufficiali informatori hanno fatto sopralluoghi a Minneapolis, nel New Jersey, a Columbus, Chicago, Detroit, Long Island e nel Texas. Secondo gli ufficiali aviatori, la soluzione finale dell’enigma dovrebbe trovarsi in una delle seguenti ipotesi.

1) I piatti volanti possono essere un’errata interpretazione di oggetti noti. Gente che ha visto palloni, aerei a reazione o simili li ha chiamati dischi volanti. Ma tali errate interpretazioni non possono spiegare molti di questi avvistamenti. Persino le autorità aeronautiche più prudenti affermano che nessun mezzo aereo conosciuto viaggia a così alta velocità, senza rumore di sorta, e manovra con alta accelerazione ed impeto, virando perfino ad angolo retto.

2) Il mistero potrebbe essere causato da fenomeni naturali od ottici. La più promettente è la teoria proposta dal prof. Menzel. Altre possibilità naturali sono: scariche elettriche nell’atmosfera superiore; meteoriti non comuni, o una nuova posizione della Terra nell’Universo che causi fenomeni che il genere umano non ha sperimentato e non può quindi identificare. Il ten. Ruppelt dice: “Ci attendiamo che la teoria del prof. Menzel risolva alcuni di questi casi. Se i piatti volanti si dimostreranno fenomeni naturali, lasceremo cadere la cosa e affideremo il problema agli scienziati. Ma se risulterà che sono mezzi nemici, li prenderemo“.

3) Si può provare che i piatti siano costruiti dall’uomo. Potrebbe essere una scoperta straniera e molto probabilmente russa. Il ten. Ruppert aggiunge: “Se sono fatti dall’uomo, chiunque li faccia è tecnicamente più progredito di noi“. Oppure, sebbene sia costantemente ed enfaticamente negato, fanno parte di un segreto progetto relativo ad una scoperta nord-americana. Ufficiali informatori ammettono infatti che, se un progetto è proprio segreto, se ne negherà perfino l’esistenza. Ma un ufficiale informatore bene al corrente ha recentemente detto che è più facile che si tratti piuttosto di ordigni provenienti da Marte che di materiale americano.

4) I dischi volanti potrebbero essere aeronavi interplanetarie o missili. Uomini del Servizio Informazioni dell’Aeronautica sono continuamente stupiti dal numero di scienziati sperimentati che ritengono che siano di origine interplanetaria. Il ten. Ruppelt dice: “Possiamo occuparci di queste cose se vengono dalla Russia, ma se vengono da Marte, non so cosa faremo. Non abbiamo, comunque, alcuna prova che non possano provenire dalla stratosfera e bisogna comprendere l’ipotesi tra quelle possibili“.

Il Servizio Informazioni delle Forze Aeree, dal canto suo, dice che qualunque cosa siano i piatti volanti – miraggio, mezzi aerei male identificati, fenomeni naturali, ordigni nemici o navi interspaziali – l’Arma aerea non può muovere al contrattacco finchè non abbia accuratamente stabilito che cosa vede la gente. Questa è la “caccia” che si deve fare ora. Il tem Ruppelt tira le somme: “La sola conclusione cui siamo giunti” – ha dichiarato – “è che i dischi volanti non sono una immediata e diretta minaccia contro gli Stati Uniti. Sono andati in giro per cinque anni e non hanno colpito. Ma ciò non significa che non siano una minaccia potenziale“.

 
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